Chiamami Brontolo

lunedì, ottobre 09, 2006

La cultura economica prevalente della sinistra italiana

Su segnalazione di alcuni amici che lavorano nel settore, ieri ho dato un’occhiata alla parte del decreto Bersani (DL 223/2006) relativa alle novità per la tassazione degli immobili. In realtà non credevo, dopo lo strafalcione anticostituzionale di Visco sull’impossibilità retroattiva di compensare sugli immobili IVA a credito ed IVA a debito, ci fosse altro da vedere di scandaloso in questa sezione del decreto (Titolo III).

Invece vi leggo che, (parafrasando la norma nel modo letto sulla rivista del collegio dei Geometri Pitagora di settembre 2006), la nuova disposizione all’articolo 35 commi 2-3-4 e 23bis, consente la rettifica diretta d’ufficio –relativamente alle operazioni aventi ad oggetto la cessione di beni immobili e relative pertinenze –della dichiarazione annuale IVA quando il corrispettivo della cessione medesima sia dichiarato in misura inferiore al valore normale del bene. Tale valore normale del bene all’articolo 14 del DPR n. 633 del 1972 cui si rimanda, è definito come:”…il prezzo o il corrispettivo mediamente praticato per beni e servizi della stessa specie o similari in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui è stata fatta l’operazione o nel tempo e nel luogo più prossimi”.

Apriti cielo! Ho dovuto stropicciarmi gli occhi e rileggere ancora un paio di volte per capire ciò che si stava dicendo nella norma: davvero d’ufficio è possibile presumere l’infondatezza della dichiarazione del valore del bene da parte del contribuente/imprenditore edile solo perché tale valore si discosta da quello normale (peraltro non meglio specificate le modalità di calcolo della normalità!) tanto da rettificare, sempre d’ufficio, tale valore e quindi l’entità dell’IVA da pagare? Ho letto bene che si presume che la dichiarazione sia illegittima o addirittura tacciabile di evasione perché il valore considerato normale è superiore al valore dichiarato dal contribuente? Ho letto bene che ciò significa invertire l’onere della prova a carico del contribuente nel momento in cui magari sta solo esercitando il vantaggio competitivo maturato grazie alla maggiore efficienza nel gestire i costi? Con tutto ciò che deriva burocraticamente per un contribuente-lavoratore/imprenditore mettersi contestare tale presunzione da parte del fisco (tempo e denaro)?!?!?

Si, dopo un paio di letture mi rendo conto che ho capito perfettamente: un imprenditore edile è limitato nella possibilità di sfruttare le sue migliori capacità di gestire i costi e quindi di praticare prezzi più bassi facendo concorrenza, giustamente e in teoria esercitando un suo diritto, a chi invece ha una gestione meno efficiente, solo perché, praticando un prezzo concorrenziale rispetto al valore considerato normale (diciamo presumibilmente calcolato come media di cessioni e operazioni fatte in un certo periodo, in aree comparabili (?), per immobili della stessa tipologia) si ritroverà a pagare un’IVA maggiorata in quanto calcolata e rettificata d’ufficio sul valore considerato normale. E l’imprenditore capace, se non è d’accordo con questa rettifica e sempre che abbia la voglia e il tempo di lottare contro i mulini a vento, non potrà far altro che contestare la presunzione provando che il prezzo da lui praticato per quell’ immobile è sostenibile e non è dichiarato solo per evadere parte dell’IVA.

Ecco, in questa norma nascosta in un lungo decreto, relativa peraltro soltanto ad uno specifico settore economico, è racchiuso tutto il portato della cultura economica della sinistra: ledere il più possibile la libera concorrenza tra soggetti economici che, in un mercato nel quale il regime non sia oligopolistico, ha come conseguenza immediata un vantaggio economico palese per il consumatore; imporre a tendere il prezzo da praticare al quale tutti i soggetti economici si adegueranno, con la conseguenza di avvilire l’economia e di portare svantaggi economici a coloro i quali questa sinistra dovrebbe aiutare: le persone, le famiglie che a quel punto dovrebbero comprare casa ad un prezzo che in casi di maggiore efficienza rispetto alla media avrebbe potuto essere decisamente più basso; ancora, promuovere la cultura dell’uguaglianza (non quella delle pari opportunità) a tutti costi, in netto contrasto con la cultura della meritocrazia:non andrà avanti chi nel mercato è più bravo e riesce ad avere maggiori margini con prezzi inferiori, aumentando la quantità venduta e operando contestualmente un beneficio sociale in quanto l’acquirente riuscirebbe a spuntare appunto un prezzo più basso, ma chi sarà più organico al potere e riceverà maggiori aiuti da parte dello stato, rendendo quest’ ultimo sempre più forte e più presente.

Tutto questo alla sinistra attualmente al governo (spero solo a certa sinistra, ma mi pare che coloro che sarebbero d’accordo con questa visione economica non abbiano gran voce in capitolo se permettono di scrivere norme del genere) non interessa, riuscendo solo a vedere come la probabile convergenza dei prezzi degli immobili ad un prezzo unico pari a quello normale a causa dell’applicazione della rettifica d’ufficio, possa determinare un maggiore controllo dell’economia e auspicabilmente (da parte loro) un maggiore appiattimento verso il basso degli slanci individuali e quindi del dinamismo dell’imprenditoria, non essendoci alcun incentivo a fare meglio degli altri.

Per non parlare del fatto, già ampiamente dibattuto in altri contesti, che ancora una volta si presume l’intenzione del contribuente di frodare il fisco nel dichiarare un prezzo più basso per la vendita dell’immobile ai fini del computo dell’IVA.

E questa è la cultura economica della sinistra al governo.

3 Comments:

Blogger Unknown said...

un provvedimento liberale: tu decidi il prezzo in piena autonomia, loro decidono quanto gil devi di tasse, in totale liberta'. Anche dalla ragione e dalla decenza, evidentemente...

10/09/2006 5:28 PM  
Anonymous Anonimo said...

Un'altro intervento dirigista russo...E pensare che conoscevo dei costruttori che votavano Prodi!!

10/10/2006 4:15 AM  
Blogger Chiamami Brontolo said...

pure io ne conosco, ma quelli che conosco io hanno per fortuna cambiato idea! e devo dire che ciò mi rincuora...non perché non si possa votare a sinistra, ma dato il fortissimo, anzi predominante peso della sinistra radicale, ecco nello scenario politico attuale non lo vedo proprio possibile. spero che questa finanziaria e questo brutto governo facciano crescere consapevolezza e senso di responsabilità ai riformisti.
Brontolo

10/10/2006 9:39 AM  

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