Chiamami Brontolo

venerdì, settembre 29, 2006

Giusto una piccola chicca

Ieri sul Giornale una piccola chicca davvero interessante riguardo all'aumento dell'indennità parlamentare probabilmente proposta nella Finanziaria, ma naturalmente taciuta al Paese il quale (anche la parte che guarda a sinistra) se venisse diffusa maggiormente la notizia, magari forse chissà sarebbe la volta buona, potrebbe averne a male e finalmente farsi sentire un poco più forte!
Ma ehi!!!! la serietà è al governo!!!!
Ehi il rigore è ciò che lo motiva!!!!
Ehi tutti bisogna fare dei sacrifici perché siamo proprio messi male!!!!
Ehi bisognerebbe proprio tagliarla però sta spesa pubblica, peccato quelli della sinistra radicale!!!
Grazie Prodi
Grazie Padoa Schioppa
Grazie soprattutto “ministo”(perché ormai è evidente) Visco che ci ricordi giornalmente con qualche nuovo balzello che saremo noi gente comune a fare tutti i sacrifici!!!
Un grazie di cuore a tutti voi, quindi, per aver soprattutto intrapreso la via della crescita e dello sviluppo (gli altri pilastri fondamentlali del vostro programma) aumentando per esempio la pressione fiscale sugli autonomi, l'aliquota per chi ha la disgrazia di avere un reddito superiore a 70 mila euro, e i ticket sanitari e la scuola e le piccole medie imprese con l'impossibilità di distanziarsi dagli studi di settore perché allora sei in presunzione di evasione, rovesciando l'onere della prova a carico del malcapitato di turno che magari è "solo" riuscito a ridurre i prezzi per cercare di essere maggiormente competitivo....insomma ce n'è per tutti.
Dicevo, grazie a tutti voi gente di governo, perché è oramai universalmente riconosciuto che l'aumento della tassazione in un periodo in cui si registra qualche tiepido segnale di crescita, è il modo giusto per percorrere la via dello sviluppo, per dare supporto e soprattutto una spinta a tale crescita.
Imposte impostine impostette inserite in ogni possibile pertugio occupabile in ogni singolo settore economico è a questo che servono, gente di sinistra; a imboccare irerversibilmente la via dello sviluppo, lo sapevate? ancora convinti vero? che si, vedi, i sacrifici li dobbiamo fare e li dobbiamo fare tutti (ma chi rischia in proprio e produce e dà lavoro un poco di più però), e Prodi li sta giustamente facendo fare a tutti!!!!
Li dirigesse, questi sacrifici, verso la via della crescita economica e dello sviluppo e della riduzione della spesa pubblica, saremmo tutti senz’altro più bendisposti a farli questi sacrifici, così invece a chi giova? Solo al governo in carica che riesce a spostare in aventi il baratro…che pare ormai praticamente certo!

venerdì, settembre 22, 2006

Ricolfi ieri sulla Stampa

Notevole articolo di Ricolfi ieri sulla Stampa.

È sempre bello cercare e qualche volta trovare anche a sinistra voci fuori dal coro che evidenziano come si stia applicando la solita logica dei “due pesi e due misure” nella valutazione di qualsiasi cosa faccia la sinistra al governo rispetto a qualsiasi cosa abbia fatto la destra al governo (e spesso a qualsiasi cosa faccia la destra all’opposizione attualmente).
Grande Ricolfi e grande pure Gramellino sempre di ieri, segnalato da John Christian Falkenberg

venerdì, settembre 15, 2006

Sulla (sterile) polemica riguardo alla partecipazione di Tocqueville alla festa di Azione Giovani

Ci ho pensato molto e ho letto altrettanto…post su blog vari e commenti a tali post che si sprecano per poter esprimere ognuno la propria “distinta” opinione sulla scelta di Tocqueville di partecipare alla festa di Azione Giovani.

Devo dire la verità, tanta perdita di tempo solo al fine di rimarcare inutili distinzioni anche minime, anziché cercare di capire quelle che a mio avviso sono le motivazioni di fondo di questa scelta di Tocqueville, mi dispiace e mi getta nel pessimismo cosmico di quel pensiero che tento per lo più di scacciare, per il quale probabilmente non c’è speranza di sgominare l’egemonia compatta della cultura statalista e assistenzialista oggi dominante creando finalmente un’altrettanto compatta cultura liberale liberista e libertaria.

Scusate se non uso le solite distinzioni tra sinistra e destra (e destra destra o destra centro), ma appunto di questo si tratta: non credo sia più possibile arroccarsi dietro queste distinzioni stantie se si vuole davvero cercare di far crescere, in qualsiasi terreno in cui ci viene data un’opportunità, la cultura liberale.

Si perché, se l’obiettivo è questo, ovvero quello di poter diffondere delle idee che potrebbero essere (per me sono) trasversali alle distinzioni interne della destra, qualsiasi occasione in cui esiste davvero la possibilità di un confronto garantito dal rispetto reciproco, è valida.

Non so, sarà che sempre, fin da quando ero nella Sinistra Giovanile (è già, è proprio così!), a differenza di tanta gente con la quale mi confrontavo, preferisco conoscere prima di farmi un’opinione precisa; sarà che sono uscita dalla Sinistra Giovanile pur essendo rimasta ancora per un lungo periodo di sinistra, proprio perché non mi pareva riuscissero mai ad andare oltre quella che era la posizione dettata dall’ideologia, proprio perché mi sembrava non riuscissero mai ad arrivare ad una sintesi che rappresentasse una opinione critica personale che emergeva dopo aver liberamente analizzato l’informazione disponibile…sarà per questi motivi che oggi, quando riconosco questi atteggiamenti anche tra chi come me, dice di condividere le idee forti della libertà, e che poi non comprende quanto sia necessario diffonderle il più possibile in ogni contesto democratico, mi vengono i brividi.

Ritengo che la libertà di pensiero passi attraverso la conoscenza, sia essa quella che noi dobbiamo cercare di fornire per divulgare le idee liberali liberiste e libertarie, sia essa quella che tutti dovrebbero avere prima di formulare un no o un si deciso su qualunque argomento, e quindi non so dire ancora con certezza se la partecipazione di Tocqueville ad Atreju sia una mossa azzeccata, lo si potrà dire solo a posteriori, so senza dubbio però che le idee liberali possono attecchire ovunque ci sia rispetto per le idee in generale, indipendentemente dallo schieramento politico di cui si decide di fare parte, e questa, come spero molte altre in altri contesti, è un’occasione da non perdere.

martedì, settembre 12, 2006

Climax discendente

Ad una prima lettura del "punto" di Giuseppe Turani, su Affari & Finanza di oggi, ti viene da gingillarti al pensiero che "meglio tardi che mai", la sinistra se ne accorge!Ma dopo i primi 5 secondi di compiacimento lo stesso articolo ti risulta indigesto e piuttosto ipocrita, dal momento che a sostenere tale tesi è qualcuno che con ogni probabilità ha predicato per 5 anni che Berlusca era il diavolo in persona.
Inoltre c'è sempre e comunque l'atteggiamento della sinistra statalista, che pensa che il fatto che si intraveda uno spiraglio di crescita alla fine del tunnel, dovrebbe essere un incentivo in più per spremere più soldi da convogliare nelle casse dello stato e, bene che vada si può pensare ad investire questi soldi scuole o ospedali (insomma cose statali anche quelle!). Mai a pensare che dato che forse magari quasi va un po' benino, il benino (maggiore gettito, un po' di ripresa economica) dovrebbe essere usato per sostenere questa parvenza di crescita, non dico diminuendo le tasse, ma almeno non aumentandole così tanto.
Il problema è sempre lo stesso: i soldi per la sinistra servono, se va bene, per investimenti produttivi fatti sempre e comunque dalla mano statale, la quale decide quali settori (oltre naturalmente a scuole e ospedali), o meglio quali aziende, supportare.È logico che così facendo ancora una volta l'economia reale viene depressa e la stragrande maggioranza delle imprese "marginali" (quelle cioè che non godono degli investimenti e aiuti pubblici) spazzate via.
Le aspettative positive del mercato devono essere mantenute e anzi alimentate se si vuole che la parvenza di crescita diventi un trend e non un evento sporadico; con finanziarie batosta in cui si pensa ancora che il sostegno alla sviluppo sia sempre e solo attraverso l'investimento pubblico e non attraverso scelte che agevolino l'economia di mercato, la fiducia scema e la crescita si arresta. Lo scenario di incertezza che si è configurato con il nuovo governo non aiuta a mantenere positive le aspettative, quindi a maggior ragione bisognerebbe agire sul piano reale, incentivando con sgravi fiscali magari alcuni investimenti, limitando o almeno non aumentando la pressione fiscale, liberalizzando davvero e non fermandosi alle due stupidaggini fatte finora.
Questo è l'unico vero sostegno alla crescita.Anche da questi articoli, che all'apparenza sembrano darci ragione, si capisce la distanza tra un riformista in senso liberale e uno statalista.